Per un pugno di dollari (o anche: Della morte di un poeta)


La vera prigione


Non è il tetto che perde

Non sono nemmeno le zanzare che ronzano

Nella umida, misera cella.

Non è il rumore metallico della chiave

Mentre il secondino ti chiude dentro.

Non sono le meschine razioni

Insufficienti per uomo o bestia

Neanche il nulla del giorno

Che sprofonda nel vuoto della notte

Non è

Non è

Non è.

Sono le bugie che ti hanno martellato

Le orecchie per un'intera generazione

E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida

Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari

In cambio di un misero pasto al giorno.

Il magistrato che scrive sul suo libro

La punizione, lei lo sa, è ingiusta

La decrepitezza morale

L'inettitudine mentale

Che concede alla dittatura una falsa legittimazione

La vigliaccheria travestita da obbedienza

In agguato nelle nostre anime denigrate

È la paura di calzoni inumiditi

Non osiamo eliminare la nostra urina

E' questo

E' questo

E' questo

Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero

In una cupa prigione.

Di Ken Saro Wiwa, poeta e attivista Nigeriano, impiccato il 10 Novembre 1995.


Fondatore del Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni (Mosop), si battè per anni contro i danni ambientali causati dalle attività petrolifere della Shell nella regione dell’Ogoniland, nel sud della Nigeria, e contro la miseria e l’arretratezza a cui il governo nigeriano condannava il suo popolo.
“Nessuno nega alla Shell di produrre idrocarburi, ma bisogna farlo rispettando l’ ambiente ed i diritti umani” (K.S.W)

Riuscì, grazie al suo straordinario carisma, a sensibilizzare e mobilitare migliaia di persone in merito alle cause sopra riportate, riuscendo in questo modo a bloccare la produzione di greggio della Shell e a minare il sistema di corruzione e autoritarismo su cui si reggeva il regime di Abacha.
E’ notizia di oggi che la Shell, perseguita dal 1995 per complicità con l’ex regime militare nigeriano nel processo farsa che portò all’ impiccagione di Ken Saro Wiwa ed altri otto attivisti che si opponevano ai suoi metodi di estrazione del petrolio, sembra abbia accettato di pagare una somma pari a 15 milioni di dollari, pur di non essere coinvolta nel processo per accertarne le eventuali responsabilità.

Ora.
Lungi da noi, il voler condannare a priori chicchessia per un fatto su cui non si è ancora espressa una magistratura adibita.

Solo, scoccia che a questo punto nessuna magistratura adibita potrà più esprimere alcunchè in merito alla questione.
Solo, si ricordi che da oggi in poi esisterà un prezzo per la morte di un poeta.
15 milioni di dollari.
Più o meno la cifra che qui da noi viene spesa talvolta per l' ingaggio di qualche grande eroe del sacro giuoco della palla.


A chiudere.
La Nigeria è uno dei più grandi produttori di petrolio al mondo.
La maggioranza della popolazione nigeriana vive ancora oggi in condizioni di estrema povertà a causa della corruzione e dell’incapacità della classe di governo.

Di seguito, le ultime parole di Saro Wiwa, prima dell’ impiccagione:


“Il Signore accolga la mia anima, ma la lotta continua”


Morte di un Poeta: 15 milioni di dollari*.

Capitan Trip e l' equipaggio dell' Accidia



(*Kaka al Real: 65 milioni di Euro)